Un bambino sulla schiena (o nelle mani) di sua madre non si preoccupa del viaggio, così dice un proverbio africano. Il bambino si sente sicuro, accudito, protetto e amato dalla madre. Quando a metà mattinata di lunedì 3 ottobre 2016 il padre generale Adolfo Nicolas ha rassegnato le sue dimissioni alla Congregazione Generale (CG) 36, non vi fu alcun dubbio che quella era una “questione di maggior importanza!”. Egli rassegnò le sue dimissioni con tanta grazia, calma, pace e libertà interiore – e, devo aggiungere, con gioia! Poco prima di mezzogiorno, la CG36 ha accettato le dimissioni del 30° superiore generale della Compagnia di Gesù nel giorno della festa del 3° superiore generale della Compagnia, san Francesco Borgia. Quando p. Nicolas ritornò nell’aula, vi fu una standing ovation prolungata ed assordante! Un evento storico raro e di enorme importanza si era appena verificato davanti ai nostri occhi! Affiorarono diverse emozioni. Piuttosto stranamente, mi sentii come un orfano in lutto – orfano non solo come individuo, ma sembrò come se l’intera Compagnia di Gesù avesse appena perso un buon, caro e amato genitore! In effetti, la Compagnia aveva appena “perso” il suo generale, il suo servo-leader spirituale. Ma, come è stato vero dal momento del primo superiore generale della Compagnia di Gesù, Ignazio di Loyola, la Compagnia continua a rimanere nelle mani provvidenti di Dio.
Le mani di Dio hanno sempre guidato la Compagnia sin dal XVI secolo. I nostri “antenati” nella Compagnia, anche se morti, sono ancora, in un certo senso, parte dello stesso unico corpo apostolico. Ciò è stato celebrato con forza al termine della celebrazione eucaristica di apertura, domenica 2 ottobre alla chiesa del Gesù. Dopo la comunione, il padre generale Nicolas ha ringraziato p. Bruno Cadoré, maestro generale dei domenicani che ha presieduto e predicato. Subito dopo, p. Nicolas ha portato i sei presidenti delle diverse conferenze dei gesuiti all’arca delle reliquie dei santi e beati gesuiti. Hanno quindi recitato una serie di preghiere, lette da ogni presidente nella propria linqua nativa, con la preghiera di apertura e di chiusura detta dal padre generale. Per me questa è stata un’esperienza molto commovente, che simboleggia l’unità e la continuità dei gesuiti viventi con altri compagni gesuiti -defunti- che hanno già ricevuto la loro eterna ricompensa.
A partire da ieri pomeriggio, e continuando per tutta la giornata odierna, ci siamo incontrati in piccoli gruppi. In essi abbiamo condiviso le nostre storie di vocazioni come gesuiti e i diversi ministeri nei quali siamo stati impegnati nel servizio del Signore e della Chiesa. Abbiamo anche discusso lo stato attuale di alcune questioni della Compagnia universale. Ci stiamo a poco a poco conoscendo reciprocamente. Le conversazioni davanti a un tè o ai pasti sono illuminanti. Queste sono solo le prime giornate della Congregazione. Abbiamo iniziato con il passo giusto. Per come cammineremo lungo le prossime settimane, ci abbandoniamo alle mani di Dio.
Chuks Afiawari, S.J.