Nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma, alle 16.00 di sabato 12 novembre, p. Arturo Sosa ha presieduto insieme ai delegati e ai gesuiti residenti a Roma l’eucaristia di ringraziamento per la chiusura del 36ma congregazione generale.
Comenzando la eucaristía de acción de gracias por la Congregación General 36 de la Compañia de Jesús. pic.twitter.com/w2RAG8EpbX
— Jesuit GC36 (@jesuitGC36) November 12, 2016
Nella sua omelia, padre Sosa ha ricordato come gli esercizi di Ignazio accompagnano l’esercitante in uscita verso la sua vita ordinaria attraverso la “contemplazione ad amorem“. Un esercizio che aiuta a rileggere e a fissare nel cuore l’azione di Dio nella propria vita per poterne fare tesoro: “Cristo in croce è stato presente nelle nostre fatiche per portare il discernimento aldilà delle nostre ragioni, dei nostri gusti o disagi, per arrivare alla consolazione d’essere in sintonia con la volontà del Padre“. E ricorda come durante queste settimane in congregazione “siamo stati sconvolti dalla testimonianza dei nostri fratelli in condizioni di guerra“. Questa esperienza di ascolto e condivisione ha toccato molto i delegati della congregazione al punto che tra i documenti finali probabilmente ci sarà qualcosa a riguardo. Padre Sosa ha poi sottolineato che “le disuguaglianze tra i popoli e all’interno delle nazioni sono il segno del mondo che disprezza l’umanità“, ribadendo che la compagnia continuerà il suo impegno per onorare il patto tra fede e giustizia che ormai è diventato patrimonio universale della Compagnia. Un’accenno anche alla politica, “quell’arte di negoziare per mettere il bene comune al di sopra degli interessi particolari”, e che “continua a indebolirsi davanti ai nostri occhi. Gli interessi particolari, infatti, mascherati sotto le vesti dei nazionalismi, eleggono governanti e prendono decisioni che fermano i processi d’integrazione e l’agire come cittadini del mondo. La politica fatica a diventare il modo umano di prendere decisioni ragionevoli rinunciando a fare appello alla imposizione dei potenti“.
Da qui, il rinnovato impegno della Compagnia che punta sul discernimento come strumento efficace per combattere la superficialità e l’ideologia: “Il nostro discernimento ci porta a vedere questo mondo con gli occhi dei poveri e a collaborare con loro per far crescere la vita vera. Ci invita ad andare alle periferie e cercare di capire come affrontare globalmente l’integralità della crisi che impedisce le minime condizioni di vita alla maggioranza dell’umanità e mette a rischio la vita sul pianeta Terra per aprire spazio alla Lieta Notizia“. E, a partire da questo, “Il nostro apostolato è, perciò, necessariamente intellettuale. Gli occhi misericordiosi, che abbiamo acquistato nell’identificarci col Cristo in croce, ci permettono di approfondire la comprensione di tutto ciò che opprime uomini e donne nel nostro mondo“.
P. Sosa ha concluso l’omelia con un invito esplicito alla Compagnia universale: “Andiamo dunque a predicare il Vangelo dappertutto, consolati dall’esperienza dell’amore di Dio che ci ha messi insieme come compagni di Gesù. Come ai primi Padri, il Signore ci è stato propizio a Roma, e ci invia da ogni parte del mondo e a tutte le culture umane. Andiamo fiduciosi perché Lui opera insieme a noi e conferma con segni inediti la nostra vita e missione”.
Puoi scaricare il testo completo dell’omelia qui.
The Congregation sings the Te Deum for the second time today. The Mass is ending and the #gc36 is over. AMDG. pic.twitter.com/Yar6FwYqns
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