La terza parte del discorso di papa Francesco è incentrata su “fare il bene di buon animo, sentendo con la Chiesa” e contiene una particolare attenzione al “discernimento”. Il discernimento è un percorso attraverso il quale si cerca di scoprire come lo Spirito sta lavorando, come Dio agisce, come l’Amore si incarna nella nostra vita e nel mondo. Con questo processo noi, in quanto persone o gruppi, valutiamo finemente le diverse mozioni e motivazioni che ci muovono nelle nostre azioni concrete e ci portano ad agire per la maggior gioia di Dio. Il messaggio dei papa Francesco incoraggia i gesuiti a riflettere su come rendere più efficace l’utilizzo di questo percorso nei nostri modi di operare. Inoltre il suo discorso indica che il discernimento ignaziano è un dono di tutta la famiglia ignaziana alla Chiesa e alla società.
Come possiamo esprimere questo invito in azioni concrete? Come esempio concreto, mi voglio ispirare dal tema del prossimo Sinodo dei Vescovi del 2018 che è stato annunciato durante la prima settimana della Congregazione generale all’inizio di ottobre. Il titolo è “i giovani, la fede e il discernimento vocazionale” e il testo ufficiale spiega che questo sinodo “intende accompagnare i giovani nel loro cammino esistenziale verso la maturità affinché, attraverso un processo di discernimento, possano scoprire il loro progetto di vita e realizzarlo con gioia, aprendosi all’incontro con Dio e con gli uomini e partecipando attivamente all’edificazione della Chiesa e della società”.
In poche parole, questa descrizione corrisponde a diversi aspetti del discorso di papa Francesco ai gesuiti: il fatto che non solo i giovani, ma che tutti siamo in cammino, che tutti siamo chiamati a scoprire il nostro progetto di vita e che siamo invitati a realizzarlo con gioia, che questa scoperta avviene attraverso un processo di discernimento, che nei nostri incontri personali possiamo sperimentare un assaggio dell’amore di Dio, e che siamo sfidati a dare espressione concreta a questo Amore nella costruzione delle comunità cristiane e più in generale di una società più misericordiosa.
Per accompagnare i giovani nel loro cammino mediante il discernimento appare come una missione rinnovata per la Compagnia di Gesù e la famiglia ignaziana “fare il bene di buon animo, sentendo con la Chiesa”. Non solo abbiamo una lunga tradizione di lavoro nel campo educativo, ma la presenza di tanti giovani in tutto il mondo rende la chiamata ancora più attraente. Certamente ci saranno vere e proprie sfide: ad esempio, come possiamo tradurre le regole di discernimento in un linguaggio accessibile ai giovani uomini e donne di oggi, tenendo conto delle diverse culture? Per rispondere a queste domande abbiamo bisogno sia di inserimento locale che di condivisione universale delle nostre buone pratiche.
Qualcosa di più ci è richiesto: “accompagnare” non è un percorso a senso unico, ma richiede reciprocità. Papa Francesco ha insistito che dobbiamo anche “ascoltare i giovani”. In questo modo possiamo discernere con loro sul nostro cammino comune.